Yoga sciamanico
“Lo sciamano non opera mai in prima persona ma chiede agli spiriti di operare per lui…”
Selene Calloni Williams, nel suo libro YOGA SCIAMANICO volontà senza paura, spiega che lo yoga è l’atto dell’affermazione della libertà e dell’immortalità a mezzo della vittoria dell’amore sulla paura. Ma che cosa è veramente la libertà? Viviamo in un mondo governato da leggi e regole morali che ci imprigionano in una gabbia che, per la maggior parte delle persone, non è nemmeno dorata. Passiamo la nostra vita senza renderci conto di essere schiacciati dalla paura e dai conseguenti sensi di colpa. Lo yoga è un vero e proprio cammino per la liberazione, liberazione dal condizionamento mentale, liberazione che ci conduce alla riunificazione degli opposti: l’umano e il divino. Va da sé che la visione che classifica lo yoga come una disciplina fisica e sportiva è completamente errata perché lo yoga è un cammino verso l’estasi, verso la bellezza.
Lo yoga sciamanico è difficile da collocare sia storicamente che geograficamente in quanto unisce più tradizioni. È sicuramente uno yoga antico ed è trasmesso tramite un lignaggio iniziatico. Lo possiamo trovare in Siberia, in India, in Tibet, in Birmania e così via. Lo yoga sciamanico è il cuore pulsante di tutte le tradizioni spirituali dell’estasi e tratta i temi della mistica sciamanica, dell’erotica sciamanica e della poetica sciamanica. Quando entriamo nello stato ampliato di coscienza, entriamo anche nello stato delle infinite possibilità della nostra creatività e del nostro corpo fisico. Per questo motivo lo yoga sciamanico porta risultati visibili in pochissimo tempo. Anche le posizioni che ci sembrano più difficili come quelle rovesciate, per esempio il corvo, in poco tempo saranno alla portata di tutti.
Ma come possiamo capire se lo yoga che pratichiamo è sciamanico o no? Possiamo capirlo dalla presenza di due strumenti fondamentali: estasi e non dualità. L’estasi ci porta ai confini della mente ordinaria, ci porta all’incontro con la sovramente, è la capacità da parte dello sciamano di viaggiare attraverso i mondi e di comunicare con l’invisibile. La non dualità è l’unione degli opposti, è il vero stato di natura che abbiamo dentro di noi, nelle profondità della nostra anima, è la riconquista dello stato primordiale che è la tipica meta del cammino dello yogin. Affinché si possa parlare di yoga sciamanico bisogna che, all’interno di una pratica mistica, esoterica e iniziatica, siano presenti entrambe queste caratteristiche. Lo yoga sciamanico è lo yoga che rompe la gabbia e ci riporta all’età dell’oro.
Ma chi sono lo sciamano e lo yogin? Sono le due figure fondamentali che incontreremo in questo cammino. Lo sciamano è colui che unisce due mondi, il mondo visibile e quello invisibile e quindi è guaritore sia dei vivi che dei morti. È in continua connessione con gli spiriti e chiede loro di operare per lui. Lo yogin è colui che ha restituito il potere in favore delle leggi naturali, è colui che vive in armonia con la natura e con tutto quello che lo circonda liberandosi della paura e del conseguente senso di colpa. La differenza sostanziale tra queste due figure è che lo sciamano è un eletto dell’estasi mentre lo yogin acquisisce la capacità di unirsi al divino percorrendo un sentiero spirituale. Quindi lo yoga sciamanico non solo tonifica, rassoda ed elasticizza il corpo ma conduce la nostra anima verso la sua missione di vita.